Stefano
Petecchia - Responsabile Polizia Scientifica Criminalpol
(Dal
sito www.leduecitta.com)
Ecco come funziona e come viene usato il braccialetto
elettronico nelle città in cui è attualmente sperimentato. Incontro con Stefano Petecchia
responsabile sistema informativo
del Servizio Polizia Scientifica
della Criminalpol. Il
braccialetto elettronico in Italia attualmente è sperimentato in cinque
città: Milano, Torino, Roma, Napoli e Catania, ma pochi sanno ancora
quale è esattamente il suo funzionamento e quali sono le sue
caratteristiche tecniche. Ne parla il dottor Stefano Petecchia,
responsabile del Settore informativo della Criminalpol di Roma.
Dottor Petecchia, come viene usato dalle Forze di Polizia il braccialetto elettronico?
"La Polizia Scientifica, in collaborazione con il Dipartimento
dell'Amministrazione penitenziaria, ha progettato il braccialetto
elettronico per avere un dispositivo che effettuasse un controllo
sicuro a distanza nel caso di arresti domiciliari. Il dispositivo è
infatti collegato con le Sale operative di tutte e tre le Forze di
Polizia delle città in cui è in funzione. Il braccialetto è costituito
da tre componenti. In primo luogo il braccialetto elettronico vero e
proprio, che viene applicato alla caviglia del detenuto, è realizzato
in materiale plastico leggerissimo e anallergico, è assolutamente
tollerabile da chiunque, ed è costituito da fibre ottiche che hanno il
vantaggio di avere una capacità di trasmissione dei segnali molto ampia
e, a differenza del rame, non sono cortocircuitabili. Questo
"strumento" dialoga continuamente, cioè è in continuo contatto, con
un'unità fissa (la seconda componente), posizionata sempre nella casa
del detenuto, rappresentata da un dispositivo che ha da un lato la
possibilità di essere connesso con il sistema della Sala operativa e
dall'altra ha un ricevitore radio che riceve i segnali dal
braccialetto; i due sistemi sono collegati via linea telefonica,
tendenzialmente una linea ISDN, ad una unità centrale (terza
componente). Ogni volta che l'unità fissa rileva delle anomalie, o
registra l'allontanamento del soggetto dal suo campo d'azione, le
trasmette immediatamente al server, posto nella Sala operativa della
Polizia. A questo punto scatta l'allarme presso la Centrale operativa.
È importante anche dire, però, che può succedere che il detenuto si
sposti involontariamente, anche di poco, dall'area di controllo
dell'abitazione. In questo caso tutti i sistemi sono predisposti per
richiamare il detenuto, ci sono dispositivi, per esempio, che emettono
una voce che lo avverte che si è allontanato, questi sistemi servono
affinché nelle centrali non arrivino falsi allarmi, che le
ingolferebbero, rallentandone il lavoro. Questi meccanismi locali in
pratica funzionano da filtro, in modo tale che l'unità locale solo dopo
aver provato a far riavvicinare il detenuto e quindi a ristabilire il
contatto senza riuscirci, manda un segnale alla centrale, e, a questo
punto, si tratta sicuramente di un segnale di allarme reale".
Quanto tempo intercorre tra la segnalazione di allarme e la ricezione da parte della Polizia e quindi il suo intervento?
"Il tempo che intercorre tra la segnalazione e la ricezione della
Polizia è praticamente zero, nel momento stesso cioè in cui l'unità
fissa rileva una anomalia anche la centrale operativa ne è informata.
Dall'allarme all'entrata in azione poi della pattuglia chiaramente
intercorrono i normali tempi, comunque brevi, necessari per qualunque
altro intervento.
Va anche detto che, al di là dei segnali di allarme, di tanto in tanto,
vengono effettuati dei controlli per verificare che l'unità fissa sia
sempre attiva e funzionante, in quanto potrebbe essere stata manomessa
o potrebbe essere scollegata dal telefono e così via. Vorrei
sottolineare che il braccialetto elettronico non è un sistema anti
fuga, non può, quindi, impedire la fuga del detenuto, ma si tratta di
un sistema che riesce a dare immediatamente l'esatta indicazione di
quando il detenuto esce dal controllo".
Al detenuto quindi non è mai consentito di uscire dall'abitazione per nessun motivo?
"In alcuni casi può venire inserita una matrice di attività del
detenuto, in cui sono indicati eventualmente gli orari in cui è
autorizzato ad allontanarsi. In quel caso quando il sistema rileva la
sua assenza, non attiva nessun segnale di allarme. Lo attiva, invece,
se il detenuto esce prima o rientra più tardi rispetto alla matrice
dell'ora prestabilita. Se d'altra parte dovesse considerare l'idea di
fuggire, la sua fuga dagli arresti domiciliari sarebbe equiparata
esattamente ad una fuga dal carcere. Questo dovrebbe costituire già un
buon deterrente. Dall'altro lato il braccialetto elettronico ha il
vantaggio di essere attivo 24 ore su 24 e quindi può certificare
tempestivamente che in un dato momento il detenuto ha lasciato
l'appartamento, per poi rientrarvi successivamente; in questo caso la
persona, qualora avesse intenzione di delinquere, non avrebbe più
nessun tipo di alibi. Lo avrebbe potuto fare comunque anche chi non
avesse avuto il braccialetto, con la differenza però, che della sua
uscita non autorizzata se ne sarebbe potuta avere evidenza in ritardo.
Quindi il braccialetto elettronico aiuta, nel tempo, anche a
discriminare quali possono essere i soggetti "bravi", che veramente
accettano la sorveglianza elettronica e sono motivati a seguirne le
condizioni, da chi comunque invece cerca di ricadere nell'errore. A mio
avviso è questa la cosa importante. Chi vuole anticipare di qualche
mese l'uscita dal carcere, chi ha figli piccoli, chi riesce a fare del
lavoro in casa è ben motivato ad accettare il braccialetto elettronico,
anche perché, come ho detto, si tratta di uno strumento che non crea
alcun fastidio è di materiale leggero, consente qualsiasi tipo di
movimento, non arreca nessun tipo di allergia".
Nell'ambito delle 24 ore il braccialetto può essere tolto e poi indossato nuovamente?
"Il braccialetto non può venire mai tolto, perché nel momento in
cui si toglie è irreversibile, nel senso che non può più essere
applicato. Per motivi di sicurezza, infatti, il braccialetto viene
installato una volta sola e una volta tolto non si può più
riutilizzare. Esistono dei sistemi per i quali si crea un contatto tale
che una volta eliminato non è più replicabile".
La centrale di rilevamento dell'abitazione solitamente dove è collocata?
"La centrale fissa può essere posta in qualsiasi punto della casa,
consideri che mediamente il raggio d'azione va dai 100 ai 150 metri,
quindi la zona di controllo è piuttosto ampia. Per comodità viene messa
vicino ad una presa telefonica, installata ad hoc, in modo tale che il
telefono di casa possa essere continuato ad usare normalmente".
In che modo potrebbe essere manomessa?
"Si potrebbe tentare di manomettere la centrale solo nella sua
struttura fisica, ma tutti i sistemi software che sono stati installati
sono molto sicuri. Intanto in ogni città c'è un sistema di una società
diversa, ogni sistema ha un proprio software collegato con la propria
centrale di rilevamento. Questo fu fatto per evitare scelte avventate e
per sperimentare tutte le soluzioni che si offrivano. Alcune centrali
hanno delle caratteristiche che le diversificano, ma gli elementi di
base sono comuni, tutte quante riescono ad evidenziare per esempio se
la base è stata aperta, o se è stata scollegata dal filo del telefono.
Tutto questo viene segnalato istantaneamente. Ognuna di queste
soluzioni quindi prevede una serie di funzioni che la rendono
sicuramente inalterabile. D'altro canto molte di queste soluzioni hanno
diversi anni di utilizzo (penso agli Stati Uniti dove il sistema di
sorveglianza affidato ai sistemi elettronici è in funzione da circa 20
anni), e quindi nell'arco di questi anni è stato provato ogni tipo di
alterazione e manomissione. In sostanza non c'è dubbio che qualsiasi
cosa si cerchi di fare, il sistema presso le sale operative ne viene a
conoscenza in tempo reale".
Saprebbe indicare il costo di questo dispositivo?
"I costi del braccialetto elettronico, anche se non li conosco nel
dettaglio, posso affermare che sono sicuramente inferiori rispetto ad
altri sistemi di sicurezza, non fosse altro per il fatto che sono
eliminate le spese carcerarie. In qualche modo si tratta di un sistema
che si ripaga da solo, economizzando gli altri costi. È un discorso di
bilanciamento. Quello che si può cercare di fare in futuro, per
ottimizzare ancora i costi, è di unificare il software, in maniera tale
da rendere interoperabili i sistemi in qualsiasi città. A questo punto
si potrebbe fare anche una scelta più mirata, dal punto di vista dei
costi, operando proprio sul singolo apparato, poiché a quel punto sia
il braccialetto che l'unità fissa potrebbero dialogare con lo stesso
identico sistema".
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